Carmi ad Alcuino

9,50 

Questo libro è stato scritto all’insegna della libera creatività. Fin dal primo capitolo richiamo la possibilità di creare che ha il poeta, possibilità che non deve né può essere arrestata da alcunché. Il primo capitolo riprende alcuni testi antichi e li rielabora. Il secondo capitolo, intitolato “Alberi di perle”, è una raccolta di carmi che spesso si richiama a temi classici e ad atmosfere nostalgiche. Non manco di integrare questo classicismo con una nota new age, specie nel poema numero XI. La terza sezione prende spunto dall’amore che nutro nei confronti di una donna e si sposta verso rive mistiche mano a mano che procede. Qui inneggio agli dei della montagna a me cari. In generale la raccolta riprende i temi mistici del mio primo libro e la riflessione su Dio, ma lo fa in una maniera del tutto originale soprattutto nella seconda sezione dove chiudo con una sentenza. Il poema si ispira ai lavori della beat generation americana e deve molto alla poesia indiana di Tagore, cui dedico una terzina. Si tratta di un ciclo di poesie sentito sia dal punto di vista emotivo che da quello spirituale e spesso procede per terzine al modo degli haiku giapponesi. L’ordinamento non è casuale e vuole traghettare il lettore in un viaggio mistico oltre le frontiere del tempo e degli schemi classici della poesia.

 

Descrizione

Questo libro è stato scritto all’insegna della libera creatività. Fin dal primo capitolo richiamo la possibilità di creare che ha il poeta, possibilità che non deve né può essere arrestata da alcunché. Il primo capitolo riprende alcuni testi antichi e li rielabora. Il secondo capitolo, intitolato “Alberi di perle”, è una raccolta di carmi che spesso si richiama a temi classici e ad atmosfere nostalgiche. Non manco di integrare questo classicismo con una nota new age, specie nel poema numero XI. La terza sezione prende spunto dall’amore che nutro nei confronti di una donna e si sposta verso rive mistiche mano a mano che procede. Qui inneggio agli dei della montagna a me cari. In generale la raccolta riprende i temi mistici del mio primo libro e la riflessione su Dio, ma lo fa in una maniera del tutto originale soprattutto nella seconda sezione dove chiudo con una sentenza. Il poema si ispira ai lavori della beat generation americana e deve molto alla poesia indiana di Tagore, cui dedico una terzina. Si tratta di un ciclo di poesie sentito sia dal punto di vista emotivo che da quello spirituale e spesso procede per terzine al modo degli haiku giapponesi. L’ordinamento non è casuale e vuole traghettare il lettore in un viaggio mistico oltre le frontiere del tempo e degli schemi classici della poesia.

 

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